Diversi fattori alla base del rincaro: dall’aumento del costo delle materie prime allo scontro tra Emirati Arabi e Arabia Saudita. Un incremento che si ripercuoterà sulle vacanze dei consumatori
Si prospettano vacanze dispendiose per i consumatori: il prezzo dei carburanti ha infatti raggiunto – secondo le ultime stime – il picco più elevato da novembre 2018. I dati settimanali del ministero dello Sviluppo Economico parlano di una media nazionale per la benzina in modalità self service di 1,65 euro al litro, mentre il diesel si attesta intorno al 1,508 al litro.
Concordi il Codacons – secondo cui i prezzi hanno registrato un aumento del 16,4% – e le associazioni dei consumatori, che parlano apertamente di “stangata” e spronano il governo Draghi ad intervenire sulle accise:
“Si tratta di un conto che si fa sempre più salato” – ha sottolineato Furio Truzzi, presidente di Assoutenti – “Le famiglie italiane dovranno mettere in conto una spesa maggiore complessiva pari a 7,6 miliardi. Il governo Draghi deve intervenire riducendo la tassa abnorme che vige sui carburanti e tagliando le inutili e anacronistiche accise”.
I MOTIVI DEL RINCARO DELLA BENZINA
Sono tante le cause alla base dell’aumento del prezzo della benzina. Da un lato c’è il problema inflazione – che in Italia ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su anno a giugno – con la stangata che riguarderà soprattutto i trasporti. Ma l’aumento del costo dei carburanti è da attribuire in gran parte all’incremento dei prezzi delle materie prime, scattato all’indomani delle riaperture post-covid e spinto da una forte richiesta.Il prezzo del petrolio che lo scorso anno aveva raggiunto circa 21 dollari a causa del lockdown, è lievitato con prepotenza nel 2021, raggiungendo un livello di 76 dollari al barile. A quest’ultimo punto è direttamente collegata la disputa tra Emirati Arabi e Arabia Saudita, con l’accordo raggiunto oggi dall’Opec+ che però potrebbe non bastare a calmierare i prezzi.
SCONTRO EMIRATI-ARABIA SAUDITA: L’ACCORDO
I colossi del petrolio hanno finalmente raggiunto un accordo: il cartello ha deciso di aumentare la produzione di 400.000 barili al giorno nel mese di agosto, andando incontro alle richieste di Abu Dhabi. La quota di produzione degli Emirati è infatti passata a 3,5 milioni di barili al giorno: nonostante l’accordo scongiuri – almeno sulla carta – una guerra dei prezzi tra gli Emirati e l’Arabia Saudita – tra gli analisti insorge il dubbio che la quantità ripristinata dall’Opec+ sia sufficiente a tenere bassi i prezzi, data la domanda in continua crescita.
L’aumento dei carburanti e la disputa del cartello, fanno capo ad una settimana agitata soprattutto per l’Europa: l’UE – tramite Ursula Von Der Leyen – ha presentato il piano per dire addio alle auto a benzina dal 2035. Nonostante spetterà ora ai “27” approvare la proposta, insorgono già i produttori di vetture: al centro della misura – contenuta nel pacchetto “Fit for 55” – la riduzione entro il 2030 delle emissioni, con tasse maggiorate sulle energie fossili e ridotte sull’elettricità.